Durante il suo periodo operativo, Sachsenhausen ospitò circa 200.000 prigionieri provenienti da vari Paesi, tra cui oppositori politici, ebrei, prigionieri di guerra sovietici e altri perseguitati dal regime nazista.
Il campo era caratterizzato da condizioni brutali, tra cui lavori forzati, cibo e cure mediche inadeguati, che portavano ad alti tassi di mortalità. I prigionieri erano impiegati nella produzione di armamenti, nell'edilizia e in altre industrie. Il campo fu anche testimone di esperimenti medici condotti sui prigionieri, tra cui la sperimentazione di nuovi farmaci e procedure.
L'importanza di Sachsenhausen andava oltre il suo ruolo di campo di concentramento. Ospitava la sede amministrativa di tutti i campi di concentramento ed era un centro di allenamento per le guardie delle SS. La struttura del campo, con la sua forma triangolare e i famigerati edifici a forma di “T”, fu progettata per massimizzare il controllo e la sorveglianza sui prigionieri.
Con l'avvicinarsi della fine della guerra, le SS iniziarono a evacuare i prigionieri da Sachsenhausen. Nell'aprile 1945, decine di migliaia di prigionieri furono costretti a marce della morte verso il Mar Baltico. Il campo fu liberato dalle truppe sovietiche e polacche il 22 aprile 1945. Al momento della liberazione, nel campo erano rimaste solo poche migliaia di prigionieri, per lo più malati e deboli.
Dopo la guerra, l'Unione Sovietica utilizzò Sachsenhausen come campo speciale per prigionieri politici fino al 1950. Nel 1961, la DDR istituì il Memoriale Nazionale di Sachsenhausen, che fu ampliato e ridisegnato dopo la riunificazione tedesca. Oggi, il Memoriale e il Museo di Sachsenhausen sono un luogo di memoria e di educazione. Comprende resti conservati del campo, un museo e risorse didattiche, che forniscono una comprensione completa della storia del campo e del suo ruolo nell'Olocausto.
Il Memoriale e il Museo di Sachsenhausen ospitano diverse mostre permanenti che forniscono approfondimenti su vari aspetti della storia del sito. Il memoriale non è solo un luogo di lutto e di ricordo, ma assume anche il ruolo di un moderno museo di storia contemporanea e di un centro educativo.
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