Campane rubate dalle torri di Harlingen

Dall'inizio dell'occupazione tedesca, nel 1940, non fu più consentito suonare le campane.

Nel giugno 1941 fu emesso un ordine che imponeva la consegna di oggetti metallici come piombo, rame e stagno, ma le campane delle chiese non erano incluse in quel momento. Poiché i metalli scarseggiavano durante la guerra, nell'autunno del 1942 questa esenzione fu ritirata. Il rifiuto era punibile con una pena detentiva fino a cinque anni.

Nei Paesi Bassi, un totale di 6.700 campane furono rimosse dalle loro torri, anche nel comune di Harlingen. L'11 marzo 1943 furono rimosse le campane dell'ex Chiesa cattolica romana. Il 12 marzo seguirono le campane della torre della City Chambers e il 12 aprile la campana della Chiesa riformata olandese subì la stessa sorte.

La campana dell'ex edificio del Tribunale distrettuale, noto come "Havenmantsje", era già scomparsa quando le forze tedesche avevano demolito la parte superiore della torre.

Dopo la guerra si scoprì che non tutte le campane erano state fuse. 150 campane di tutte le dimensioni e provenienti da tutta la Frisia furono riportate al porto di Harlingen domenica 18 novembre 1945. Quel lunedì, lo storico evento fu solennemente commemorato in una cerimonia che vide la partecipazione di numerosi oratori. Nel frattempo, l'orologio "Havenmantsje", risalente al 1562, fu ritrovato in Francia nel 1947 e successivamente restituito.

Alla fine si scoprì che solo le campane della Chiesa cattolica romana erano state fuse. Per questa perdita fu fissato un indennizzo al chilo, e così per queste campane saccheggiate fu pagato un indennizzo di 3117 fiorini olandesi (la valuta dell'epoca), più altri 590,90 di interessi, non abbastanza per farne fondere di nuove.