Il cimitero militare inglese di Salerno è gestito direttamente dal governo inglese, o meglio dalla Commonwealth War Graves Commission, una commissione apposita in seno all’organizzazione che riunisce tutti i territori appartenuti alla corona britannica. Il cimitero è stato progettato da Louis de Soissons, architetto inglese di origini francesi. De Soissons nello sbarco perse un figlio e, quasi fosse un dovere alla sua memoria, finì per firmare i progetti di ben cinquanta sacrari militari inglesi in Italia tra cui, oltre a quello di Salerno, i memoriali di Fiesole, Roma e Cesena. Erano in 23mila il 9 settembre 1943, sbarcarono a Paestum – poco più a sud – per attuare l’operazione Avalanche, la valanga che avrebbe dovuto travolgere l’Italia all’indomani dell’armistizio firmato soltanto il giorno prima dagli emissari di Casa Savoia e dal generale Castellano. Poco meno di duemila, però, si fermarono qui. Inglesi, americani, australiani e neozelandesi. Irlandesi e scozzesi, africani e pure qualche ebreo. Di ogni età, grado, corpo militare e qualifica. Non tutte le tombe hanno un nome: in centosette, ancora oggi, restano ignoti. Tra queste forse la più illustre è quella del Capitano del N°2 Commando Henry Valerian George Duca di Wellington, caduto il 16 settembre sul fronte salernitano. Nel cimitero si trova anche una piccola costruzione che custodisce i registri dei caduti e il diario per i visitatori.